Come una farfalla


La fiaba di oggi ha per protagonista Milla, una giovane zingara che gira di città in città seguendo il suo circo.
Milla è una contorsionista, ma è anche una bambina che deve andare a scuola e che deve scontrarsi con i pregiudizi del mondo dei grandi...

Vi auguro quindi una buona lettura e vi ricordo che, se lo desiderate, mi potete mandare i vostri disegni.
Ciao!
Enza Emira


Quando entrò in classe, Milla avvertì subito una forte ostilità.
Gli altri bambini la fissavano timorosi.
Erano evidentemente a disagio.

Milla era una zingara.


Aveva i capelli rossi tutti arruffati, due labbra carnose e il naso pieno di lentiggini.
Era arrivata in quella piccola cittadina da qualche giorno.
Era arrivata con il circo, il “glorioso” circo Williard come recitavano i manifesti che tappezzavano i muri del paese.
Ogni mese il circo si spostava in nuovo comune.
Ogni mese Milla, che era un artista del circo, cambiava città.
E cambiava scuola.
Milla amava molto quella vita così speciale.
Da girovaga.
Anche se, andando sempre in giro, non aveva mai il tempo per farsi degli amici.

Quella mattina finì seduta al banco accanto alla finestra.
Il banco che tutti scansavano perché era nell’angolo più freddo dell’aula.
Ma Milla c’era abituata.
Era l’ultima arrivata e non si aspettava di certo un trattamento da principessa.
Era avvezza ai posti peggiori, più scomodi, e alle accoglienze gelide.
Succedeva ogni volta che entrava in una nuova classe.
Ogni volta si ripeteva: “Non importa sono solo quattro settimane poi si va via. Il mio mondo non è qui, non è questo”.
Così sorrideva.
Ma poi provava tanta amarezza.
E le cresceva il malumore.
Allora incominciava a pensare alla sua vita sotto il tendone, sotto i riflettori.
Pensava a quando tutte le sere nel suo costume di paillette blu scendeva in pista.

“Ecco a voi la più giovane contorsionista d’Italia” gracchiava l’altoparlante.
Milla sfilava sotto il tendone con la grazia di una ballerina.
Saltava sul podio e si esibiva in mille avvitamenti e diecimila capriole.
“Brava! Brava!” gridava il pubblico.
E poi giù applausi, applausi, applausi.

A scuola non era così bello.
A scuola non era una star del circo.
A scuola era una zingara, una che vive nella roulotte.
Un tipo strano.

“Guardate come si veste!” ridacchiava qualche compagno.
“Secondo me, non si lava” aggiungeva un altro.
“Deve essere un imbrogliona” faceva eco un terzo.
“E suo padre un ladro o un assassino” concludeva un quarto.

La maestra con Milla era comprensiva.
Le correggeva gli errori.
La incoraggiava.
Ma ai suoi occhi restava una estranea.
Non era una sua alunna.
Presto sarebbe andata via e chi l’avrebbe più vista.

Solo a Teresina quella bimba stralunata e dall’aspetto scugnizzo piaceva.
La incuriosiva.
Con quegli occhi vispi le ricordava la sua bambola preferita, Gertrude.
E Teresina a Gertrude confidava tutti i suoi segreti.

Dopo una settimana Teresina prese coraggio.
Si avvicinò a Milla.

“Che cosa succede al circo quando lo spettacolo finisce?” le chiese a bruciapelo.
Milla la guardò stupita.
Era imbarazzata da tanta attenzione.
“Succede che si mangia tutti insieme e si fa festa fino a notte alta nel nostro piccolo accampamento” le rispose.
Mentiva.
Voleva far credere a tutti che la sua vita fosse una favola.
“E che mangiate?” chiese curiosa Teresina.
“Oh, quello che desideri: wurstel e patatine, pizza, caramelle, cioccolata, zucchero filato, torte ripiene di panna e gelato a volontà”.
“Tutte le sere?”
“Tutte le sere!”
“Non ci credo!” concluse Teresina con un pizzico d’invidia.
Ma in fin dei conti perché non poteva essere vero?

Passato qualche giorno, arrivò in classe la nonna di Milla.
Era un’anziana signora.
Assomigliava ad una bambola di ceramica.
Aveva una gonna lunga e ricamata, guanciotte rosse e boccoli bianchi.

In paese quasi nessuno era andato a vedere lo spettacolo del “glorioso” circo Williard.
La nonna allora aveva preso a girare per le scuole.
Faceva un po’ di pubblicità.
Offriva agli insegnanti biglietti gratis.
Agli alunni biglietti a metà prezzo.
Voleva invogliare i genitori dei bambini a mandarli ad assistere alle esibizioni.

La maestra fu ben contenta dei biglietti gratuiti per sé e per i suoi figli.
Assicurò così all’anziana signora che, il giorno dopo, avrebbe portato al circo anche i suoi alunni.

La mattina successiva Teresina s’andò a sedere accanto a Milla.
“La gente non viene al circo – le disse – perché siete zingari. Dice che non ci si può fidare di voi” e la fissò attendendo una replica.
Non era la prima volta che a Milla facevano questo tipo di osservazione.
E lei più volte ne aveva parlato con la nonna.
Allora rispose: “Mia nonna dice che la gente non sa guardare oltre l’apparenza. È come per i bruchi. Tutti pensano che siano brutti, pelosi e un po’ schifosi. Ma quando poi diventano farfalle allora è tutta un’altra storia”.
Teresina fu colpita da questa risposta.
E le ritornò in mente quando, seduta sotto il tendone del circo con i suoi compagni, vide Milla scendere in pista nel suo magnifico tutù di paillette blu.
Era elegante come una principessa, leggera come una farfalla.

Alla terza settimana, Teresina e Milla erano diventate delle buone amiche.
Teresina aveva fatto conoscere a Milla la bambola Gertrude.
Milla aveva insegnato a Teresina a piegare la gamba in modo da toccarsi l’orecchio con la punta del piede.

In quella stessa settimana in paese ci fu un grosso furto nel negozio di frutta e verdura.
Erano scomparsi trecento euro dalla cassa e un’intera cesta di gelsi.
Fu un avvenimento che fece molto scalpore.
Non era mai successa una cosa del genere.
E tutti sospettarono degli zingari del circo.
In piazza non si parlava d’altro.
“Mandiamoli via o ci rovineranno il paese” diceva qualcuno.
“Bisogna dargli una lezione” sentenziava un altro
“Quella è gente che non sa cosa sia la legge” aggiungeva un terzo.

Anche a scuola se ne discusse molto.
“Dei gelsi? Che strano – commentò Milla con Teresina – lo sai che sono i preferiti dai bruchi? Mia nonna mi ha raccontato che da piccola ha visto un gelso tutto divorato da milioni di bruchi. Mostruoso, non trovi?”.

Qualche giorno dopo accade una cosa terribile.
Inspiegabilmente il tendone del circo andò in fiamme.
Era quasi l’alba.
Il fuoco bruciò tutti i sedili degli spettatori, le corde, il telone.
Avido attaccò il piccolo accampamento di Milla.
Divorò con il suo calore le roulottes, le auto e ogni cosa incontrasse sul suo cammino.
Non lasciò scampo a niente e a nessuno.
I vigili del fuoco e la gente del paese accorsero subito al suono dell’allarme.
Portarono acqua, coperte, estintori.
Ma non ci fu niente da fare.
Arrivò anche Teresina, ancora in pigiamino.
Stretta stretta alla mano della mamma.

Ovunque c’era un forte odore di plastica bruciata.
Ovunque rottami anneriti dalle fiamme.
Ovunque cumuli di cenere polverosa.
In mezzo a quella cenere Teresina scorse qualcosa che si muoveva.
Si stropicciò gli occhi.
Incredibile!
Era una farfalla.
No, due.
Tre.
Quattro, cinque, dieci, trenta, cento, mille e ancora diecimila farfalle.
Dalle ali blu.
Ora volavano sul tutta la piazza del paese.
Una vaporosa nuvola azzurra.
Farfalle dappertutto.
Sui tetti delle case e davanti alle finestre.
Tra i rami degli alberi e in cima al campanile.
Tutti erano con il naso all’insù.
Guardavano attoniti l’ondeggiare leggero di quello sciame blu.
Fu lo spettacolo più bello al quale la gente di quel paese avesse mai assistito.

Commenti

  1. Buongiorno.
    Sono un'insegnate elementare con la passione per i libri. Con i miei scolari ci siamo divertiti a leggere i Suoi libri, soprattutto è piaciuto molto BLEAH, lavarsi!Anche io scrivo fiabe e i miei bambini le leggono sempre con piacere. Ho cercato di contattare varie case editrici, ma le risposte tardano ad arrivare, devono essere sollecitate e, benchè i commenti siano mirati e mostrano che hanno veramente letto ed apprezzato la mia storia, non c'è posto per scrittori esordienti. Qualche consiglio? Ci sono altre strade?
    Grazie per la gentile risposta.
    Distinti saluti
    Anna Chiara

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  2. Ciao Anna Chiara,
    che ti posso dire? La strada è proprio quella: mandare i racconti agli editori, avere un po' di pazienza e incrociare le dita.
    E non desistere, mai.

    Ciao e in bocca al lupo
    Enza Emira

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  3. Ciao complimenti per il tuo blog e per i tuoi racconti ..Io da poco ho un sito www.lunainsoffitta.com "un laboratorio creativo" dove si parla di creatività, percorsi per bambini , e letteratura per l'infanzia e mi piacerebbe pubblicare "Come una farfalla" sperando di farti cosa gradita .
    Volevo chiederti l'autorizzazione e informazioni sulla modalità : posso mettere la storia integrale con titolo, il tuo nome , e ovviamente il link o solo un introduzione rinviare al tuo link per la lettura .
    Ti ringrazio e a presto tra le tue pagine

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